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"I demoni della notte" di Vir (4 su 5)
“I demoni della notte 1” è (per l’appunto) la prima stagione di questa particolare serie horror ispirata alla notte, ai suoi misteri e pericoli, e legata al tema del sonno. Le premesse ci parlano di atmosfere oscure, di paura, di smarrimento, di personaggi cupi: e queste (fortunatamente) non vengono smentite.
L’opera è composta da quattro audioracconti della durata media di trenta minuti (più o meno) per ognuno, dentro i quali troviamo musiche, effetti sonori oltre che ambientali e, soprattutto, la narrazione originale di Vir accompagnata da attori diversi per ogni personaggio principale. Cosa non da poco quest’ultima, perché ha coinvolto nella sua realizzazione un cast abbastanza numeroso e dotato di ottime doti di interpretazione.
Senza fare troppi spoiler posso dire che i quattro racconti si differenziano prima di tutto per l’epoca in cui sono ambientati: il primo racconto (Pavor Nocturnus) nel 2119, il secondo (Carnation Castle) nel 1887, il terzo (Forlamning) nel 1664 e infine il quarto (Maleficus) nel 1480. Notato nulla? Esatto: sono disposti in ordine cronologico inverso. Ma perché? Per una precisa scelta di scaletta, o più presumibilmente per confondere l’ascoltatore in un continuum temporale distorto e provocarne quindi l’inevitabile terrore fino alla pazzia? Bisogna ascoltare per capire davvero.
In una mia personale analisi non posso certo collocare il primo racconto (nonostante sia ambientato nl 2119) nella categoria di fantascienza, e credo neanche nelle intenzioni dell’autrice, perché si tratta pur sempre di un horror. Ma l’idea di base è stupenda: può la tecnologia imbrigliare il male?
Il secondo e il terzo racconto, anche e soprattutto per il periodo in cui sono ambientati, toccano l’horror gotico e lo fanno con dovizia e cognizione di intenti: un castello infestato e/o una strega non bastano a fare due buoni racconti, ma una trama ben ragionata e personaggi credibili riescono a dar luce a delle storie originali e cojnvolgenti seppure con ingredienti dal sapore classico.
Il quarto racconto è quello che mi ha colpito più degli altri. La tensione è sempre alta e si toccano punte di terrore e drammaticità degne di una possibile trasposizione cinematografica. A mio avviso il tema religioso è sempre il più difficile: può risultare deludente, banale, ma se ben scritto (e in questo caso anche bene interpretato), se trattato senza troppa paura di esagerare (e qui l’autrice vi assicuro a spinto sull’acceleratore) il risultato è una bomba. Da ascoltare e riascoltare.
Sempre secondo la mia opinione, analizzando i quattro racconti dal solo punto di vista della costruzione “audio” (quindi il narrato, le interpretazioni dei personaggi, le musiche e tutti gli effetti), il voto è sicuramente alto e bilanciato per ognuno, ad esclusione di aver trovato una comprensibile differenza nella qualità di registrazione dei diversi microfoni in uso dai vari attori. Analizzando invece i testi, come se per ipotesi mi fossi trovato a leggere i quattro racconti su lettere stampate, posso dire di aver trovato gli ultimi due racconti (Forlamning e Maleficus) una spanna sopra ai primi due per trama, stile e coinvolgimento, ma pur sempre un ottimo ascolto che consiglio.
Nulla da aggiungere se non l’attesa della Stagione 2 de “I demoni della notte”.
_EOT
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Speculative fiction author about horror, thriller, fantasy and sci-fi
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